Orobie _ La pecora bergamasca

Pecore (1)La zootecnia risulta ancora un settore trainante dell’economia locale; nonostante il processo di abbandono della pratica alpi-colturale in tutto l’arco alpino, sulle Orobie bergamasche sopravvivono forme di utilizzo della montagna sostenibili come l’alpeggio, che svolge non solo la primaria funzione produttiva, ma anche funzioni ambientali, paesaggistiche, storico-culturali e turistiche. Nonostante ciò, gli alpeggi della bergamasca sono sempre meno utilizzati per il pascolo estivo delle mandrie bovine, mentre rimane ancora forte il comparto ovi-caprino con allevamenti sopra le 1.000 unità.

Sul territorio orobico la razza maggiormente diffusa è la pecora bergamasca (tutti gli allevamenti sono costituiti nella quasi totalità da questo tipo di pecora), una delle razze ovine più importanti originaria delle valli orobiche. È una tra le più antiche razze ovine italiane ed è stata meno influenzata da tipi genetici introdotti da altri ambienti. È una pecora molto rustica, capace di adattarsi a qualsiasi situazione ambientale e gestionale (pascoli poveri, transumanza, allevamento stanziale). La pecora bergamasca è una razza da carne, con ottime caratteristiche riproduttive; inoltre, è conosciuta in Italia e all’estero anche come razza incrociante.

La storia della pecora bergamasca è fortemente legata a quello del suo caratteristico sistema di allevamento, la transumanza, un sistema tradizionale che ha affermato nei secoli un equilibrato utilizzo delle risorse e che, nelle valli orobiche, si caratterizza per delle importanti particolarità legate alle condizioni ambientali entro cui si svolge (pendenze notevoli, rocciosità, scarsità di acque, erbe dure, in particolare in alta Valle Seriana), ma anche ai connotati sociali dei pastori che svolgono questa attività, il cui forte senso di identificazione nel gruppo professionale e nelle sue tradizioni ha consentito il mantenimento di significativi elementi culturali.

Un sistema di allevamento come quello transumante della pecora bergamasca risponde alle esigenze di un’agricoltura “sostenibile” dal punto di vista ecologico e può pertanto trovare spazio in quegli ambiti territoriali con presenza di attività agricole di prevalente contenuto di manutenzione e protezione territoriale. L’interesse per i pascoli alpini e l’esigenza di un loro utilizzo integrato tra attività zootecniche, di protezione ambientale e turistiche, concorre a rilanciare il ruolo dell’allevamento ovino. La valorizzazione e il riconoscimento del suo ruolo ecologico risulta cruciale per garantire il futuro della pecora bergamasca. È solo all’interno del riconoscimento del carattere ecologicamente sostenibile dell’allevamento transumante che potrà essere assicurato in futuro l’utilizzo degli spazi territoriali e delle risorse foraggere a basso costo indispensabili per l’esercizio questo tipo di allevamento.